giovedì 29 marzo 2012

Vecchi senza fine

6/10/2009

Il numero dei vecchi sta salendo da anni in maniera esponenziale, non solo nel mondo occidentale, ma anche nei paesi del terzo mondo; una circostanza che provoca problemi sociali ed economici da far tremare le vene ai polsi. Infatti la percentuale di giovani sulle cui spalle vi è il carico di provvedere a questi eserciti sterminati, le cui file si ingrossano giorno dopo giorno, tende a divenire sempre più bassa. Pochi anni fa tre lavoratori concorrevano a pagare la pensione per un anziano, fra poco un lavoratore dovrà mantenere tre vecchi.
Nei giorni scorsi sull’autorevole rivista Lancet è stata pubblicata una ricerca secondo la quale la maggior parte dei bambini di oggi sono destinati a divenire centenari, una prospettiva sconvolgente, che metterebbe in forse lo stesso futuro dell’umanità.
Una catastrofica pandemia di sopravvivenza sta per abbattersi sul mondo senza speranza di salvezza in antidoti o vaccini e con l’unica allucinante soluzione di un’eutanasia di massa, programmata ed obbligatoria.
Il premio Nobel per la medicina quest’anno è stato assegnato a tre scienziati americani, due dei quali donne, che hanno dedicato la loro vita allo studio dell’invecchiamento cellulare, segno inequivocabile di come il problema sia tenuto in grande considerazione, ma nessun medico ha pronta una terapia per lo stupore dell’uomo che continuerà a vivere invece di morire. Egli dovrà prepararsi a diventare poco ingombrante, ad essere tollerato, compatito, inascoltato. Lo specchio gli fornirà un’immagine nella quale stenterà a riconoscersi, dovrà dimenticare di essere stato maschio o femmina, perché la senilità nei suoi gradi più accentuati ci fa somigliare un po’ agli angeli, almeno nella mancanza di un sesso, vicino ai cento anni ridiventiamo come i neonati nella culla, distinguibili unicamente per il colore della maglietta.
Molti saranno costretti ad invocare la morte per mettere fine ad un’esistenza fuori da ogni logica ed al di là dei programmi della natura, tornerà di moda l’invocazione di San Francesco a sorella morte corporale, pietosa risolutrice di imbarazzanti situazioni.
La società dovrà già da ora prepararsi a reggere l’impatto di questa pandemia sul sistema previdenziale, ad organizzare un sistema assistenziale che supplisca ai compiti di una famiglia patriarcale oramai un pallido ricordo del passato, mentre la medicina dovrà cercare disperatamente di aggiungere vita agli anni, dopo aver contribuito con le proprie scoperte ad aggiungere soltanto anni alla vita.

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