mercoledì 10 dicembre 2014

Trip Advisor



Il vulcano solfatara di Pozzuoli, in base alle buone recensioni dei visitatori, ha ottenuto il certificato di Eccellenza Trip Advisor per il 2014,
Per una visita guidata nel cratere www.solfatara.guide

domenica 7 dicembre 2014

giovedì 16 ottobre 2014

Elckjaer in USA



ART tour international Art Festival

Elckjaer Franco Bono in:
LET'S GO DANCE

3-7 Dicembre 2014
Koubek Dade College
2705 SW 3rd St. Miami
Florida U.S.A.


www.arttourinternationalartfestival.com

mercoledì 24 settembre 2014

Solfatara di Pozzuoli



La Solfatara di Pozzuoli è uno dei quaranta vulcani che costituiscono i Campi Flegrei zona a nord di Napoli.
Si tratta del cratere di un antico vulcano in fase quiescaente, in cui permangono fumarole d'anidride solforosa, micro fratture del terreno, getti di fango bollente ed un'elevata temperatura del suolo. (Formazioni analoghe si rinvengono anche in altre regioni vulcaniche del mondo e hanno preso dalla Solfatara di Pozzuoli il nome generico di solfatare.)
L'ultima eruzione della Solfatara risalirebbe al 1198. A seguito delle crisi bradisismiche del 1970-1972 e 1982-1984, l’attività della Solfatara - che rappresenta un certo pericolo per le circostanti aree urbanizzate - è sorvegliata da una rete di strumenti, che fanno del vulcano un laboratorio naturale di studi geologici.

Localizzazione e misure - La Solfatara è un vulcano situato grossomodo al centro del cratere originario dei Campi Flegrei (formato dalla collina di Posillipo, dei Camaldoli, della dorsale settentrionale di Quarto, dei monti Sanseverino, dell'acropoli di Cuma, e da Monte di Procida) che ha un diametro di Km 15 ed è datato fra i 35.000 e i 10.500 anni fa.
La Solfatara si colloca nel III Periodo Eruttivo Flegreo, e la sua formazione è avvenuta 3.700-3.900 anni fa.
Alta m 98, il suo fondo è posto a quota m 92 s.l.m.; ha forma ellittica, con diametri di m 770 e m 580; il suo perimetro superiore è di Km 2,300.
Caratteristiche - Attualmente la Solfatara è un vulcano allo stato quiescente, tipico esempio di vulcano in fase solfatarica, noto per le sue fumarole (emissioni di vapore acqueo, di vapori sulfurei, di anidride solforosa che depositano zolfo, solfuri, arseniuri, ecc.); le mofete (emissioni di anidride carbonica); le sorgenti di acque minerali; ed infine i getti di fango bollente che formano i caratteristici piccoli vulcanetti di fango. E’ inoltre responsabile del fenomeno del bradisismo, il ciclico innalzamento o abbassamento del suolo riscontrabile in tutta l’area flegrea e nel golfo di Pozzuoli.
La caldera si presenta come una spianata bianca, colorazione dovuta primariamente alla presenza di caolino, formatosi in seguito ad un fenomeno di caolinizzazione dei feldspati, per il quale le rocce vulcaniche, sotto l’azione di esalazioni fumaroliche, si trasformano in caolino; esso viene detto anche "bianchetto", in quanto ampiamente usato per realizzare un mastice molto diffuso a Napoli. La caldera del tutto arida e 2 priva di vegetazione, corrisponde ad un lago di fango bollente che si è andato prosciugando fra il 1500 ed il 1770.
Quando si colpisce il fondo della spianata (con un masso o facendo un salto), si sente un impressionante rimbombo come se poco al di sotto ci fosse un’ampia cavità; in realtà questo vuoto non esiste affatto, essendoci invece a m 10 di profondità uno strato molto duro e difficile da perforare; il fenomeno in effetti è dovuto unicamente alla disgregazione di rocce e sedimenti operata da gas e vapori.
Le pareti del vulcano sono costituite principalmente da piroclastiti recenti, incoerenti, oltre che da tufi e masse di trachite. La massa maggiore si innalza a sud, corrispondente al duomo trachitico del Monte Olibano. La Solfatara è l'unico vulcano dei Campi Flegrei che presenta una colata lavica; essa trovò sbocco verso il mare. Attualmente in cima a questo flusso è situata l’Accademia Aeronautica.
I Pisciarelli - Fa parte della Solfatara, benché si ponga al di fuori di essa, la sorgente alluminifera dei Pisciarelli, situata sulla sua pendice esterna nel cratere di Agnano. La pendice esterna viene chiamata Monti Leucogei per il colore biancastro dovuto al caolino. Presso la sorgente dei Pisciarelli si sente un rumore come di acqua in ebollizione, dovuto all’acido carbonico che vi si sprigiona.

Disturbi d'ansia




L'ansia è uno stato emotivo spiacevole caratterizzato da un senso di oppressione e da un'incertezza timorosa di un qualche evento non ben definito; si è infatti spesso preoccupati in risposta ad un vago, distante, non identificabile pericolo, di cui non se ne capisce l'origine e tanto meno il motivo. Tale stato è accompagnato da tensione e nervosismo e da una serie di sintomi fisiologici più o meno accentuati come palpitazioni, sudorazione fredda improvvisa, tremore, nausea.
Termini quali ansia e paura vengono spesso usati in modo indifferente, ma con paura s'intende l'emozione esperita di fronte ad una specifica situazione valutata come pericolosa per la nostra incolumità fisica e/o psicologica, mentre l'ansia altro non è che la reazione emotiva alla soggettiva valutazione di pericolo. In condizioni normali l'ansia è un meccanismo che anticipa la percezione dei pericoli primi che si identifichino chiaramente e prepara l'organismo all'attacco o alla fuga. 
Avere paura è una naturale reazione ad un pericolo reale; significa essere caduti preda dell’istinto di sopravvivenza: la paura infatti aiuta gli animali (e quindi anche l’uomo) a sopravvivere alle minacce alla propria salute (fisica e psicologica).
Questo tipo di paura si chiama riposta di “attacco-o-fuga”. La risposta di attacco-o-fuga serve a buttarci nella mischia per colpire più forte che possiamo chi ci minaccia, o a farci scappare a gambe levate il più velocemente possibile. 
L’unico scopo di questo comportamento geneticamente determinato è proteggerci da un pericolo reale.
L'ansia è quindi come un sistema di allarme ed è utile alla sopravvivenza della specie. Entro certi limiti l'ansia permette di migliorare le proprie prestazioni, consentendo di utilizzare al meglio le risorse disponibili. Al contrario, quando quei limiti vengono superati, l'ansia può creare un effetto di blocco o interferenza tali da peggiorare la prestazione.
Quando questo meccanismo è mal regolato, l'ansia si traduce in una risposta sproporzionata o irrealistica a preoccupazioni relative all' esistenza o all'ambiente: lo stato di ansietà può raggiungere un livello tale da impedire un ragionevole benessere emotivo e ostacolare l'efficienza nella vita.
In questi casi, l'ansia anziché favorire l'adattamento della persona all'ambiente, lo peggiora e in taluni casi rende necessario un intervento terapeutico.

lunedì 8 settembre 2014

Psico-cosa?



Che differenza c'è
Non tutti quelli che fanno un lavoro che inizia con "psico-" fanno le stesse cose. Per avere le idee un po' più chiare (e per non rischiare di sprecare tempo e denaro rivolgendoci alla figura meno adatta al nostro problema), cerchiamo di fare un po' di chiarezza tra i vari "psico-mestieri".


  • Psicologo

Lo psicologo tratta i disagi interiori fornendo un aiuto non farmacologico (colloqui di sostegno, consulenze, tecniche di rilassamento, ecc.). Non ha nessuna competenza sui farmaci, a meno che non sia anche un medico. Uno psicologo non medico non ha alcun titolo per prescrivere medicine.
Per definirsi psicologi bisogna essere iscritti all'Ordine Professionale della propria regione. Il che significa:
- essersi laureati in Psicologia o in Medicina;
- dopo la laurea, avere fatto un tirocinio pratico di almeno un anno;
- dopo il tirocinio, avere superato un esame di stato.
Da qui potete vedere che con la sola laurea in Psicologia non ci si può definire psicologi. Solo chi è iscritto all'Ordine, e nessun altro, può dirsi psicologo. Questo è un punto molto importante, perchè chi si presenta come psicologo ma non è iscritto all'Ordine
- non è in grado di garantire una preparazione professionale adeguata;
- davanti alla legge commette il reato di "esercizio abusivo della professione".


  • Psicoterapeuta

La psicoterapia è un intervento che va più in profondità della semplice consulenza psicologica.
Ci sono moltissime scuole di psicoterapia, ognuna delle quali ha un suo orientamento teorico e tecnico: quindi non è corretto parlare di "terapia" al singolare, come se fosse un intervento sempre uguale e fatto sempre allo stesso modo. E' più giusto parlare di "psicoterapie" al plurale. Questo vuol dire che i terapeuti possono lavorare in modi anche molto differenti fra loro. Perciò è impossibile spiegare cosa succede durante una terapia perché le cose possono cambiare moltissimo in base alla scuola seguita dal terapeuta. La cosa migliore, quindi, è chiedere direttamente a lui come lavora.
Quanto alla legge, per fare gli psicoterapeuti bisogna:
- essere già psicologi,
- avere frequentato, dopo la laurea, una scuola di specializzazione riconosciuta dallo Stato di almeno quattro anni.
Quindi chi è "soltanto" psicologo non può fare terapia e non può chiamarsi psicoterapeuta.
Per essere certi che lo psicologo a cui ci rivolgiamo sia anche terapeuta, la strada più sicura è consultare il suo Ordine Professionale: deve esservi iscritto con entrambi i titoli.


  • Psicanalista (o psicoanalista)

Il termine "psicanalista" era nato inizialmente per definire chi aderiva al pensiero freudiano, ma successivamente ha finito per indicare chiunque, nella sua attività, si ispira ai concetti di base della psicanalisi (freudiana o meno).
La psicoanalisi è sia una teoria sul funzionamento della mente che un modo specifico di intervento sui disagi interiori. Si associa in genere al nome di Sigmund Freud, che fu il primo a metterla a punto. Si ignora spesso, però, che da Freud in poi sono nate moltissime correnti psicoanalitiche: questo vuol dire che è un errore fare coincidere la psicoanalisi esclusivamente con Freud.
Quelle scuole di psicoterapia che si ispirano alla psicoanalisi insegnano a praticare la cosiddetta "psicoterapia psicoanalitica".


  • Psichiatra

Lo psichiatra è un laureato in Medicina che ha, dopo la laurea, ottenuto la specializzazione in Psichiatria. Essendo un medico, ha competenza per prescrivere farmaci. Questo gli permette di intervenire sui disturbi mentali dal punto di vista farmacologico.
E' un errore pensare che lo psichiatra, in quanto medico, sappia intervenire solo tramite le medicine. Dipende molto dall'approccio che egli sceglie di seguire. Accanto a specialisti che privilegiano l'uso dei farmaci si trovano altri che affrontano le malattie associando ai farmaci un intervento anche psicologico (gestito o sempre da loro o appoggiandosi ad altri professionisti).

sabato 16 agosto 2014

Solfatara di Pozzuoli



La solfatara è una tipologia di vulcano costituita da un campo fumaiolico e caratterizzata dall'emissione di vapori e gas sulfurei.
La Solfatara di Pozzuoli (Napoli) è sicuramente quella più conosciuta nella nostra Penisola. Si tratta di uno dei 40 vulcani che caratterizzano la zona dei Campi Flegrei e che al momento è in uno stato di quiescenza.
La Solfatara di Pozzuoli altro non è che una valvola di sfogo dell'enorme massa di magma sottorreanea. Fumarole sulfuree e getti di fango costituiscono la principale attività del grande cratere di forma ellittica.
La fumarola maggiore è chiamata Bocca grande ed è caratterizzata dal forte odore di zolfo e dalla fuoriuscita di vapore che può raggiungere anche i 160°C.
La solfatara si è formata circa 3.900 anni fa e già all'epoca dell'impero romano era molto nota e sfruttata per l'estrazione dell'allume e del bianchetto (che allora era utilizzato come stucco). A partire dal XVIII secolo, invece, le acque e i fanghi sulfurei della solfatara vennero sfruttati soprattutto per le loro proprietà medicamentose tant'è che vi fu costruito un impianto termale.

sabato 26 luglio 2014

Le cinque fasi dell'elaborazione del lutto



Secondo Elisabeth Kübler-Ross questo è uno strumento che permette di capire le dinamiche mentali più frequenti della persona a cui è stata diagnosticata una malattia terminale, ma gli psicoterapeuti hanno constatato che esso è valido anche ogni volta che ci sia da elaborare un lutto solo affettivo e/o ideologico.
Da sottolineare che si tratta di un modello a fasi, e non a stadi, per cui le fasi possono anche alternarsi, presentarsi più volte nel corso del tempo, con diversa intensità, e senza un preciso ordine, dato che le emozioni non seguono regole particolari, ma anzi come si manifestano, così svaniscono, magari miste e sovrapposte.
  • Fase della negazione o del rifiuto: “Ma è sicuro, dottore, che le analisi siano fatte bene?”, “Non è possibile, si sbaglia!”, “Non ci posso credere” sono le parole più frequenti di fronte alla diagnosi di una patologia organica grave; questa fase è caratterizzata dal fatto che il paziente, usando come meccanismo di difesa il rigetto dell'esame di realtà, ritiene impossibile di avere proprio quella malattia. Molto probabilmente il processo di rifiuto psicotico della verità circa il proprio stato di salute può essere funzionale al malato per proteggerlo da un’eccessiva ansia di morte e per prendersi il tempo necessario per organizzarsi. Con il progredire della malattia tale difesa diventa sempre più debole, a meno che non s’irrigidisca raggiungendo livelli ancor più psicopatologici.
  • Fase della rabbia: dopo la negazione iniziano a manifestarsi emozioni forti quali rabbia e paura, che esplodono in tutte le direzioni, investendo i familiari, il personale ospedaliero, Dio. Una tipica domanda è “perché proprio a me?”. È una fase molto delicata dell’iter psicologico e relazionale del paziente. Rappresenta un momento critico che può essere sia il momento di massima richiesta di aiuto, ma anche il momento del rifiuto, della chiusura e del ritiro in sé.
  • Fase della contrattazione o del patteggiamento: in questa fase la persona inizia a verificare cosa è in grado di fare ed in quali progetti può investire la speranza, iniziando una specie di negoziato, che a seconda dei valori personali, può essere instaurato sia con le persone che costituiscono la sfera relazione del paziente, sia con le figure religiose. “se prendo le medicine, crede che potrò…”, “se guarisco, poi farò…”. In questa fase, la persona riprende il controllo della propria vita, e cerca di riparare il riparabile.
  • Fase della depressione: rappresenta un momento nel quale il paziente inizia a prendere consapevolezza delle perdite che sta subendo o che sta per subire e di solito si manifesta quando la malattia progredisce ed il livello di sofferenza aumenta. Questa fase viene distinta in due tipi di depressione: una reattiva ed una preparatoria. La depressione reattiva è conseguente alla presa di coscienza di quanti aspetti della propria identità, della propria immagine corporea, del proprio potere decisionale e delle proprie relazioni sociali, sono andati persi. La depressione preparatoria ha un aspetto anticipatorio rispetto alle perdite che si stanno per subire. In questa fase della malattia la persona non può più negare la sua condizione di salute, e inizia a prendere coscienza che la ribellione non è possibile, per cui la negazione e la rabbia vengono sostituite da un forte senso di sconfitta. Quanto maggiore è la sensazione dell’imminenza della morte, tanto più probabile è che la persona viva fasi di depressione.
  • Fase dell’accettazione: quando il paziente ha avuto modo di elaborare quanto sta succedendo intorno a lui, arriva ad un’accettazione della propria condizione ed a una consapevolezza di quanto sta per accadere; durante questa fase possono sempre e comunque essere presenti livelli di rabbia e depressione, che però sono di intensità moderata. In questa fase il paziente tende ad essere silenzioso ed a raccogliersi, inoltre sono frequenti momenti di profonda comunicazione con i familiari e con le persone che gli sono accanto. È il momento dei saluti e della restituzione a chi è stato vicino al paziente. È il momento del “testamento” e della sistemazione di quanto può essere sistemato, in cui si prende cura dei propri “oggetti” (sia in senso pratico, che in senso psicoanalitico). La fase dell’accettazione non coincide necessariamente con lo stadio terminale della malattia o con la fase pre-morte, momenti in cui i pazienti possono comunque sperimentare diniego, ribellione o depressione.

mercoledì 16 luglio 2014

alcuni disturbi psicologici



LA DEPRESSIONE : è uno dei disturbi più comuni (si stimano che ne soffrono in Italia circa 5 milioni di persone).
Si caratterizza per:
- Umore marcatamente depresso, tristezza, disperazione, mancanza di speranza nel futuro e nelle proprie capacità, bassa autostima, sensi di colpa 
- Spesso la persona che ne soffre perde interesse per le attività, anche quelle piacevoli, si isola (abbandono degli hobbies, sport, attività sessuale)
- Ha spesso difficoltà a concentrarsi e a lavorare e si sente sempre stanco e privo di forze
- Soffre di insonnia o ipersonnia 
- Comunemente si manifestano crisi di pianto, ansia, irritabilità, preoccupazione eccessiva per la salute fisica (ipocondria) 

I DISTURBI d’ANSIA: sono disturbi molto diffusi (ne soffre circa il 4% della popolazione, in prevalenza donne)

IL DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO: Si caratterizza per uno stato di costante ansia e preoccupazione eccessiva che la persona non riesce a controllare. La persona che ne soffre è sempre irrequieta, tesa, con i nervi a fior di pelle. 
- Ha spesso problemi di insonnia 
- Spesso soffre di disturbi psicosomatici (cefalea, gastrite, colon irritabile, contrazioni muscolari) 

L’ATTACCO DI PANICO: Insorgenza improvvisa ed inaspettata di un’intesa paura, apprensione o terrore che raggiunge rapidamente l’apice (di solito in 10 minuti o meno) e in cui la persona ha tachicardia, tremori, brividi, sudorazione, sensazione di soffocamento, dolori al petto, nausea e disturbi addominali, vertigini, svenimento, paura di morire. 

I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: Sono disturbi molto diffusi tra le adolescenti e le giovani donne (8% delle donne tra i 12 e i 25 anni soffrono di un problema alimentare, 1,5% soffre di Bulimia o Anoressia nervosa). Sempre più spesso ne sono soggetti anche i maschi. 
I principali disturbi del comportamento alimentare: 
Anoressia Nervosa Progressiva perdita di peso dovuto ad una notevole riduzione dell’apporto di calorie, ad un’ostinata ricerca dell’esilità e della magrezza ed ad una patologica paura di ingrassare.Allo scopo di ridurre il peso i pazienti effettuano diete ipocaloriche, esercizio fisico estremo, si provocano il vomito, abusano di lassativi e diuretici. 
Bulimia La persona ha delle crisi bulimiche in cui in un breve periodo di tempo mangia una grande quantità di cibo senza riuscire a controllarsi e a fermarsi. Per prevenire il possibile aumento di peso ricorre al digiuno, diete restrittive, vomito autoindotto, lassativi e diuretici, esercizio fisico intenso. 

domenica 22 giugno 2014

Elckajer Franco Bono



Elckajer Franco Bono  Italo-venezuelana è ballerina, coreografa ed insegnante, una personalità  eclettica, una forte presenza scenica ed una visione della danza a 360° ne  fanno un’artista di rilievo nel panorama culturale partenopeo, nonché  abile promotrice di eventi legati alla danza. 
Bailaora di flamenco studia prima in Italia ed in seguito approfondisce la sua preparazione nelle accademie di flamenco in Spagna. Tra i suoi  maestri figurano: Julia Garçia Jimenez, Sergio el Javi, Juana Calá, La China,  Cristobal Reyes, Salvador Francisco Inghilleri, Manolo Marin, Felipe Mato, Andrés Marin, Lorena De Luz, Lili de Cordoba, La Popi, Ana Romero, Carmen Fuentes, Manuel Del Rey, José Romero… 
Insegna a Napoli e provincia e periodicamente conduce stage in tutta Italia. 
Amante delle fusioni musicali e coreografiche lavora con diversi gruppi flamenchi e collabora con varie band italiane. Con la compagnia Raices Flamenca, da lei formata e di cui è prima ballerina con il maestro Sergio El Javi (con il quale studia ed elabora coreografie), porta il flamenco nei migliori teatri e clubs partenopei e prende parte a numerosi eventi culturali e di spettacolo in tutta Italia e all’estero riscuotendo grande successo di pubblico e di critica.

venerdì 20 giugno 2014

Definizione di osteopatia



L’osteopatia è un sistema di diagnosi e trattamento che pur basandosi sulle scienze fondamentali e le conoscenze mediche tradizionali (anatomia, fisiologia, ect..) non prevede l'uso di farmaci né il ricorso alla chirurgia, ma attraverso manipolazioni e manovre specifiche si dimostra efficace per la prevenzione, valutazione ed il trattamento di disturbi che interessano non solo l'apparato neuro-muscolo-scheletrico, ma anche cranio-sacrale (legame tra il cranio, la colonna vertebrale e l'osso sacro) e viscerale (azioni sulla mobilità degli organi viscerali).
Inoltre a differenza della medicina tradizionale allopatica, che concentra i propri sforzi sulla ricerca ed eliminazione del sintomo, l'osteopatia considera il sintomo un campanello di allarme e mira all'individuazione della causa alla base della comparsa del sintomo stesso.

Definizioni
Dal "World Osteopathic Health Organization" (WOHO)
L'osteopatia è un sistema affermato e riconosciuto di prevenzione sanitaria che si basa sul contatto manuale per la diagnosi e per il trattamento.
Rispetta la relazione tra il corpo, la mente e lo spirito sia in salute che nella malattia: pone l’enfasi sull’integrità strutturale e funzionale del corpo e sulla tendenza intrinseca del corpo ad auto-curarsi. Il trattamento osteopatico viene visto come influenza facilitante per incoraggiare questo processo di auto-regolazione.
I dolori accusati dai pazienti risultano da una relazione reciproca tra i componenti muscolo-scheletrici e quelli viscerali di una malattia o di uno sforzo.
"Ho pensato che l'osso, osteon, fosse il punto da cui dovevo partire per accertare la causa delle condizioni patologiche e così ho messo insieme "osteo" con "patia" e ho ottenuto Osteopatia".
(Still, A.T. Autobiografia, 1897, p.98)

"L'osteopatia è la regola del movimento, della materia e dello spirito, dove la materia e lo spirito non possono manifestarsi senza il movimento; pertanto noi osteopati affermiamo che il movimento è l'espressione stessa della vita".
(Still, A.T., 1892)

martedì 17 giugno 2014

vulcano solfatara di Pozzuoli



la Solfatara di Pozzuoli era nota già dai tempi dei Romani che lo chiamavano Forum Vulcani o ingresso per gli Inferi e che già in epoca imperiale apprezzavano il vulcano e la zona tanto da costruire bellissime ville e splendide città.
La solfatara attualmente è un parco di 33 ettari. Caso unico per un vulcano la zona, nei pressi di Napoli, è facilmente raggiungibile anche con i mezzi pubblici, e la visita del cratere è agevole, adatta anche ai bambini ed ai disabili.
Nella visita guidata del cratere sono previsti diversi percorsi ma di sicuro faranno vedere i due fenomeni più famosi che sono la condensazione del vapore acqueo, e il rimbombo del suolo.
Il primo è quello più appariscente alla Solfatara, che avviene avvicinando ad una fumarola una fiamma: i vapori progressivamente diventano più intensi e pian piano si arriva alla “condensazione” del vapore.
Il rimbombo del suolo si nota in alcuni punti del cratere dove la guida lancia sasso al suolo da una piccola altezza e si sente un “rimbombo” molto forte che da l’impressione di essere su una grande caverna sotterranee: ma si tratta solo di piccole cavità prodotte dai gas su un terreno di natura porosa.

giovedì 24 aprile 2014