sabato 31 marzo 2012

Mille giovani al giorno da 150 anni

20/5/2010

150 anni fa mille giovani garibaldini si imbarcarono da Quarto per andare al sud a fare l’Italia, da allora ogni giorno, ininterrottamente, mille giovani sono costretti a compiere il percorso inverso dal sud verso il nord, alla ricerca di un lavoro e di un futuro decente, perché la vecchia patria non esiste più e la nuova non ha voluto o non  è stata in grado di procurarglielo. 
L’emorragia continua imperterrita con alti e bassi; una sorta di genocidio silenzioso che raggiunse un picco negli anni Sessanta, ma che da tempo ha ripreso lena, privando le regioni meridionali delle migliori energie, dei laureati con lode e di tutti coloro che si sentono ingabbiati nelle maglie di una società pietrificata.  
Tante generazioni perdute che hanno lasciato il sud in balia di politici corrotti, amministratori inefficienti ed eterne caricature di Masaniello. 
Il fiume di denaro pubblico che lo Stato ha elargito per decenni è stato clamorosamente dilapidato, usato, non per investimenti produttivi, ma unicamente per consolidare un vacuo consenso elettorale, perpetuando il proliferare di squallide oligarchie locali, di cricche e di camarille colluse con la criminalità organizzata.
E mentre ogni anno trecentomila garibaldini alla rovescia sono costretti a lasciare gli affetti ed il luogo natio per cercare altrove la dignità di esistere, l’incubo della crisi economica e del federalismo fiscale rischia di far deflagrare una situazione esplosiva tenuta in coma da flussi di denaro a perdere. 
Se l’idea di eguaglianza e di solidarietà dovesse cedere il passo ad una deriva separatista al sud non resterà che cercare di capeggiare una federazione di stati rivieraschi del Mediterraneo, di mettersi a capo di popoli disperati, avendo come punti di riferimento non più Roma, Milano e Bruxelles, bensì Tripoli, Algeri ed Alessandria d’Egitto.

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