4/8/2010
Il recente episodio del chirurgo Macchiarini, ritornato in Italia dopo aver raggiunto la fama all’estero e costretto, dopo due spettacolari trapianti di trachea, a ripartire, accettando un insegnamento in Svezia, sono la dimostrazione lampante di una società bloccata, dove il merito, anche se eclatante, non viene riconosciuto e dominano incontrastate caste e cosche, cricche e camarille, clientele e corporazioni, che difendono posizioni di privilegio e si riproducono unicamente per raccomandazioni.
Si tratta di un copione vecchio che tristemente si ripete. Ricordo ancora il caso del professor Bovet (italianissimo nonostante il cognome francese), insignito del premio Nobel per la medicina, che volendo ritornare in patria ed esibendo nei concorsi un curriculum interminabile, tra cui la celebre onorificenza, si vedeva spudoratamente superato da figli e nipoti di baroni con articoletti pubblicati su riviste prezzolate, mai lette da nessuno.
Le lobby imperversano, non solo nelle professioni, bloccando la mobilità sociale ed il prezzo di questo sistema ingessato viene pagato principalmente dai giovani, i migliori, destinati ad emigrare, ma alla fine da tutti noi, costretti a pagare costi più alti per servizi più scadenti.
Notai, farmacisti ed odontoiatri, ma anche tassisti, gestori di stabilimenti balneari e tabaccai, senza parlare di energia, telefonia e grande distribuzione, vere associazioni a delinquere, che agendo in regime di monopolio ci regalano le più alte tariffe d’Europa.
La grande rivoluzione liberale, tante volte annunciata è di là da venire ed anche l’opinione pubblica ed i mass media non si interessano più a questa fondamentale problematica.
Un plauso va perciò al chirurgo fiorentino, che ha cercato con il suo bisturi di incidere su un corpo putrefacente quale quello delle caste duro a morire.
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