giovedì 20 giugno 2013

Il ricordo: una forma di immortalità




Da sempre l’uomo, appena si è accorto di essere mortale, ha avuto timore di questo evento naturale ed ha cercato di porvi rimedio, creando le religioni, le quali ci ammoniscono di una nuova vita dopo la morte.
Lentamente l’illuminismo, l’esistenzialismo, la secolarizzazione hanno messo in crisi queste certezze e l’uomo si è trovato smarrito. Negli ultimi tempi la scienza, attraverso la clonazione ci ha fornito una nuova speranza di immortalità, ma siamo ancora lontani dal giorno in cui, in un nuovo corpo, geneticamente identico al nostro, potremo trasfondere le nostre passate esperienze, per cui al momento l’unica forma di immortalità surrogata, sulla quale possiamo fare affidamento è di sopravvivere nel ricordo di chi ci ha conosciuto e ci ha voluto bene.
A pochi è concesso di vivere a lungo nella memoria dei posteri, soltanto le opere d’arte hanno il privilegio di vivere in eterno o quanto meno fino a quando sarà vivo tra gli uomini l’amore per il bello e per il sublime.
Per i comuni mortali una sorta d’immortalità surrogata dura il tempo del ricordo che di lui hanno i suoi familiari: figli, nipoti, prima che cada l’oblio più assoluto e quella persona è come se non fosse mai esistita. Quando i suoi amici saranno tutti scomparsi e gli stessi discendenti non avranno più nozione, se non storica, della sua esistenza, quando dal computer scompariranno le sue foto, i suoi appunti e dalle pareti i suoi ritratti, non rimarrà più niente.
Eppure possiamo credere che le sue ceneri sparse al vento possano viaggiare senza sosta o la sua misera carcassa, seppellita nella nuda terra restituisca gli elementi della sua materialità e possa trasformarsi in un filo d’erba, in un fiore, in una pianta, sulle quali si poserà una farfalla o un uccello, in una mirabile simbiosi che abbraccia tutta la natura vivente, senza necessariamente dover credere alla reincarnazione.
Chi possiede dei bei ricordi può ritenersi fortunato ed è per questo che desta sgomento la notizia di nuovi farmaci in grado di cancellare la memoria, annullando la stessa identità umana, che vive alla luce delle esperienze passate. Ci sono sostanze come il propanololo che annullano anche le emozioni legate al ricordo, falsificando la percezione della nostra esistenza.
Dopo decenni di botulino e di silicone per cambiare il nostro aspetto fisico, ora le varie amnesine già in commercio mettono in primis in pericolo i nostri sogni, rivelatori dei nostri dolori e delle nostre passioni, i quali rispecchiano la tumultuosa complessità del nostro passato. Senza sogni in breve si impazzisce, bisogna perciò fermare queste molecole che minacciano di aggredire la nostra interiorità, la nostra stessa anima!

Marina della Ragione



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